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INDICE DELLE GALLERIE
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il tarocco e altre carte antiche
· pagina II ·

TAROCCHI REGIONALI - I parte
Italia

II  parte
Svizzera
Francia
III  parte
Germania & Austria
Ungheria
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INDICE DELLE GALLERIE


pagina I
tarocchi
classici
pagina III
l'ordinamento
dei trionfi
pagina IV
moderni &
insoliti
pagina V
i tarocchi
dei Visconti
pagina VI
Minchiate
fiorentine
pagina VII
il Tarocchino
di Mitelli
pagina VIII
il Tarocco
di Mantegna
pagina IX
il
Hofämsterspiel


ringrazio Maurizio Barilli per il prezioso contributo alle note sul tarocco di Bologna



NASCITA DEI TAROCCHI REGIONALI

I primissimi tarocchi erano dipinti o incisi da artisti: questo spiega come anticamente le carte da gioco fossero un passatempo riservato all'élite. Quando un nuovo mazzo veniva prodotto, i soggetti erano verosimilmente ispirati ad opere già esistenti (dipinti, libri miniati, altri mazzi di carte, ecc.), che l'autore conosceva per averli veduti, localmente o in altre corti nobili presso le quali era stato in precedenza.
Questo è il modo in cui i diversi mazzi dal punto di vista grafico svilupparono una relazione con specifiche aree geografiche o città; maggior era la distanza fra due aree, più evidenti sarebbero state le differenze fra i mazzi locali. Inoltre, non solo lo stile grafico era diverso, ma anche la gerarchia o valore di alcuni dei trionfi.

Lo storico dei tarocchi Michael Dummett ha proposto che gli archetipi delle molte varietà ora note possano essere ricondotti a tre stili principali, che ha chiamato A, B e C. Un altro esperto e collezionista di tarocchi, Tom Tadfor Little, ha rinominato i tre gruppi sulla base dell'area geografica da cui verosimilmente provenivano:

  • quello dalla corte dei Visconti, a Milano (detto stile occidentale), diede origine ai tarocchi francesi e svizzeri, ed è probabilmente il più conosciuto nel mondo; questo gruppo corrisponde al tipo C di Dummett.

  • quello dalla corte degli Este, a Ferrara (detto stile orientale), non fece molta strada, e si fermò a Venezia; questo gruppo corrisponde al tipo B di Dummett.

  • quello nato a Bologna, stile meridionale, il più "popolare" dei tre, non essendo correlato a nessuna corte in particolare, raggiunse Firenze (dove probabilmente ispirò le Minchiate), e più tardi la Sicilia; questo gruppo corrisponde al tipo A di Dummett.

relazione geografica degli stili regionali

Quando le tecniche di stampa (tardo XV secolo) resero la manifattura delle carte da gioco più semplici, quindi più a buon mercato, anche la gente comune poté finalmente permettersi questo passatempo.
In molti paesi le illustrazioni del tarocco subirono ulteriori cambiamenti, dovuti al gusto e alle tradizioni locali.
Modifiche più sostanziali si registrarono in quei tarocchi nei quali i semi originali vennero abbandonati per adottare quelli francesi (Quadri, Picche, ecc.): nonostante la numerazione tradizionale da 1 a 21 rimase invariata, nei trionfi i soggetti classici furono rimpiazzati con vedute e scene di gusto popolare.


ITALIA

TAROCCO PIEMONTESE (E TAROCCHINO MILANESE)
Fra i tre stili regionali ancora esistenti in Italia, il tarocco piemontese è probabilmente il tipo più comune.
Contiene le 78 carte tradizionali, così come derivarono dal tarocco di Marsiglia, sebbene le sue illustrazioni appaiano più rustiche, e a doppia figura.

tarocco piemontese (di Modiano, Italia):
il Matto, il Bagatto, il Carro, l'Appeso

carte dei semi dal tarocco piemontese:
asso di Denari, 2 di Coppe, cavallo di Spade, re di Bastoni
Quanto forte sia la tradizione del gioco del tarocco in questa zona è testimoniato dall'uso dei semi classici (Denari, Coppe, Spade e Bastoni), laddove il comune mazzo regionale del luogo, le Piemontesi, ha semi francesi (Cuori, Quadri, Fiori e Picche).

Nel tarocco piemontese i trionfi hanno numeri arabi (non romani), e anche il Matto riporta il numero 0, quindi apre la serie delle 22 illustrazioni.


trionfi dal tarocchino milanese:
la Papessa, la Ruota della Fortuna, il Diavolo e il Giudizio
Oltre al Tarocco Piemontese (che tutti i produttori di carte da gioco in Italia hanno in catalogo), un altro stile che appartiene alla stessa tradizione "occidentale" è quello di Milano: il tarocchino milanese (il termine "tarocchino" qui si riferisce alla forma sottile delle carte), ora prodotto solo da Masenghini come ristampa di una vecchia edizione dello stesso produttore bergamasco, risalente al tardo XIX secolo. Quindi questa varietà andrebbe annoverata fra quelle ormai estinte, quelle cioè che non vengono più utilizzate localmente per il gioco.

Il tarocchino milanese è diretto discendente dei molti tarocchi prodotti a Milano nell'800 (fra i quali quello di Gumppenberg che viene mostrato nella pagina I). Le sue carte sono a figura singola, e i trionfi hanno numeri sia romani che arabi, più il nome del soggetto, riportato in basso.


asso di Denari, fante di Bastoni, asso di Coppe e re di Spade

È interessante notare che i due stili appena decritti furono reintrodotti in Italia dalla Francia (forse a seguito della grande popolarità di cui aveva goduto lo stile marsigliese), poiché nel settentrione, fra il '600 e il '700, tali carte erano cadute nell'oblìo. Ma gli stessi tarocchi francesi avevano avuto origine dalle prime carte milanesi, probabilmente nel XVI secolo, un curioso percorso ciclico, durato circa 400 anni, che finì col riportare questo stile del tarocco nel luogo dov'era nato (vedi mappa più in alto).



TAROCCO BOLOGNESE

tarocco bolognese (di Dal Negro, Italia);
il Bagatto, l'Eremita, il Diavolo,
il Sole, il Mondo, il Matto
Il tarocco bolognese ha 62 carte. Anche questo veniva un tempo chiamato tarocchino, come quello milanese di cui si è parlato, in questo caso non per le sue dimensioni sottili ma per il ridotto numero delle carte.
Le carte dei semi hanno l'asso, i valori dal 6 al 10, e le solite quattro figure.
I 22 trionfi mostrano alcuni cambiamenti tanto nella gerarchia quanto nel soggetto (cfr. la tabella che segue, e pagina III per una lista comparativa più dettagliata).
Il tarocco di Bologna ha conservato molti dettagli originali dalle illustrazioni dei mazzi antichissimi. È anche rimasto refrattario all'uso di riportare nei trionfi il nome di ciascun soggetto, come hanno invece fatto gli stili settentrionali. Comunque è stato il primo tarocco ad introdurre le carte a doppia figura, forse nella seconda metà del XVIII secolo.
Più o meno negli stessi anni comparvero su alcuni dei trionfi i rispettivi numeri arabi, quando nella maggior parte degli stili settentrionali erano già stati provvisti di tale valore.
La scelta di adottare solo i numeri dal 5 (l'Amore) al 16 (la Stella) si spiega con la particolare struttura della serie nei giochi praticati con questo mazzo, in base alla quale solo alcuni trionfi necessitano di una "conta".

Inoltre, quella che appare una strana discrepanza nell'attribuire il numero 5 a l'Amore, benché questa sia la 6ª carta del mazzo, si spiega col medesimo schema gerarchico nel gioco del Tarocchino: il trionfo che viene solitamente considerato il primo della serie, il Bagatto, qui fa gruppo con altre carte (cfr. la tabella che segue).
Il suddetto slittamento, però, fa sì che tutti gli altri trionfi abbiano nella serie una posizione in apparenza inferiore a quella che in realtà posseggono, suggerita dal numero.


CARTA N°

ll
l
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16

ll
ll
ll
ll
ll
NOMI DIALETTALI

Béghet
Murett
l'Amàur
al Car
la Virtò
la Giustézzia
la Forza
la Furtòuna
al Rumetta
al Traditàur
la Mort
al Dièvel
la Tarr
el Strel
Lòuna
Sàul
Mand
Anzel
Mat
SIGNIFICATO LETTERALE

Bagatto
Moretti
(4 carte) [1]
l'Amore
il Carro
la Virtù [2]
la Giustizia
la Forza
la Fortuna
l'Eremita [3]
il Traditore
la Morte
il Diavolo
la Torre [4]
la Stella
Luna
Sole
Mondo
Angelo
Matto

EQUIVALENTI NEL TAROCCO MARSIGLIESE
(secondo l'ordinamento bolognese)
il Bagatto
la Papessa - l'Imperatrice - l'Imperatore - il Papa
gli Amanti
il Carro
la Temperanza
la Giustizia
la Forza/Fortezza
la Ruota della Fortuna
l'Eremita
l'Appeso
la Morte
il Diavolo
la Torre
le Stelle
la Luna
il Sole
il Mondo
il Giudizio
il Matto


Una caratteristica distintiva di questo stile è la serie di quattro figure maschili di pari valore che già in epoca antica presero il posto dei classici trionfi Papessa, Imperatrice, Imperatore e Papa.
Inizialmente chiamati i Papi, circa due secoli dopo la loro denominazione cambiò in i Mori (talora anche detti i Re Mori, o Moretti), a seguito del divieto promulgato nel 1725 da papa Benedetto XIII sull'uso di "il Papa" e "l'Angelo" come soggetti per carte da gioco; quest'ultimo, però, non venne mai cambiato nè rimosso.
Nelle edizioni moderne i Mori appaiono come tre figure diverse, di cui una è doppia.

i Mori (al centro è quello doppio)

Nel Tarocco Bolognese si trovano ancora tracce dei primi soggetti che appartenevano ai mazzi del XV secolo: per esempio l'Eremita non ha la lanterna, ma ha ancora un paio d'ali, un particolare derivato dall'antico nome della carta, il Vecchio, che faceva probabilmente riferimento a il Tempo (infatti in origine veniva raffigurato come un personaggio alato). Il soprannome per l'Eremita è l'Anzlaz ("l'Angelaccio"), mentre l'Amore è anche soprannominato l'Anzlen ("l'angioletto") dalla presenza di Cupido.
Le 40 carte dei semi sono chiamate pali, un termine il cui significato coincide con quello spagnolo palos ("semi"), ancora usato.

esempio di carte dei semi dal Tarocco Bolognese:
asso e re di Denari, 10 di Coppe, asso di Spade e donna di Bastoni
Un'edizione di questo tarocco particolarmente adorna, disegnata da Giovanni Maria Mitelli nel tardo XVII secolo, presentava alcune innovazioni molto particolari (si veda il Tarocchino di Mitelli).

Le carte regionali di Bologna, il mazzo da 40 chiamato Primiera Bolognese, condivide col Tarocco Bolognese il medesimo stile; tre delle sue quattro figure (non c'è donna) si ritrovano nella Primiera, che però ha l'intera serie di valori dall'1 (asso) al 7.
Maggiori informazioni sul Tarocchino bolognese si possono trovare nelle pagine seguenti:
  • Il Tarocco bolognese di Maurizio Barilli (composizione del mazzo e regole di vari giochi, in italiano)
  • Accademia del Tarocchino Bolognese (profilo storico e informazioni sul mazzo e sul gioco)
  • la pagina Ottocento di John McLeod (regole del gioco, in inglese)


  • TAROCCO SICILIANO
    Il terzo stile regionale è forse quello meno comune: il tarocco siciliano. Forse originato da quello di Bologna, ha delle interessanti connessioni anche con le minchiate (si veda in proposito la galleria le minchiate fiorentine per maggiori dettagli).
    Il tarocco della Sicilia ha 64 carte, le cui dimensioni sono simili a quelle dei comuni mazzi regionali, cioè assai più piccole di qualsiasi altro tarocco.
    Ogni seme ha i valori dal 5 al 9, e quattro figure, ma i Denari hanno due carte in più: un asso e un 4; l'asso fu un'aggiunta scaturita dalla sola necessità di poter stampigliare il bollo dell'imposta (ciò che nelle carte italiane avveniva di solito sull'asso di Denari).
    Lo stile delle carte dei semi è quello italo-spagnolo, e i complicati motivi incrociati nelle carte di Bastoni fanno anche pensare ad un rapporto con l'antico stile portoghese.

    I trionfi sono come al solito 22: vanno dall'1 al 20, con numeri arabi, mentre due carte particolari chiamate Miseria e Fuggitivo sono prive di cifre (si veda pagina III per il loro ordinamento).
    I nomi non vengono menzionati, fatta eccezione per la carta Miseria, in cui questo vocabolo appare su un nastro, quasi entrasse a far parte dell'illustrazione.
    La maggior parte degli altri soggetti corrisponde a quelli soliti del tarocco, soprattutto vicini a quello di Bologna, ma ve ne sono altri due particolari (descritti più avanti), tre di quelli consueti invece mancano (Papessa, Papa e Diavolo), inoltre si nota anche qualche aggiustamento nell'ordinamento di alcuni trionfi. Fra quest'ultimi, il Mondo ha il numero 19 (nei tarocchi classici questo è solitamente il 21º trionfo), e mostra Atlante che regge il globo terrestre sulle spalle, mentre la Torre è il numero 15 (numero 16 nei mazzi tradizionali) e mostra una costruzione intera, laddove il soggetto classico è solitamente raffigurato come una torre spezzata da un fulmine.

    tarocco siciliano, di Modiano (Italy);
    Fuggitivo, Amore, il Mondo, Miseria
    7 di Denari, fante di Coppe, re di Spade, 8 di Bastoni

    la Costanza, la Nave, e la Torre
    Fra i soggetti innovativi, il numero 4 è la Costanza (una carta che appartiene anche alle minchiate ed è inoltre simile a la Filosofia nel Tarocco di Mantegna), mentre il numero 14 raffigura la Nave, un soggetto che ha rimpiazzato il Diavolo: Michael Dummett sostiene (in Game of Tarot) che questa sostituzione fu frutto di un certo disagio che la carta originale causava, essendo ritenuta sgradevole; per la sua sostituzione, anche la Nave fu probabilmente vicariata dal mazzo delle minchiate.

    Le carte dei semi del tarocco siciliano sono diverse da quelle delle carte regionali dell'isola, il mazzo chiamato appunto Siciliane, sebbene entrambe condividano lo stesso sistema, quello italo-spagnolo. Le Siciliane hanno figure differenti dal tarocco, e i simboli dei semi sono distribuiti in arrangiamenti meno elaborati. Solo l'asso di Denari è identico in entrambi i mazzi, essendo stato per il tarocco un'aggiunta successiva, come si è già detto.
    Nel tarocco siciliano, le carte dei semi dal 2 al 10 hanno un piccolo riquadro alle due estremità nel quale vengono indicati il valore e il seme: per esempio, "5 D" significa 5 Denari, "9 S" vuol dire 9 Spade, ecc.: ciò avrebbe lo stesso valore di un indice, sebbene in questo caso la posizione dei riquadri sia centrale, e non agli angoli.
    Un'altra interessante particolarità del mazzo è che tutti e quattro i fanti sono in realtà figure femminili: di ciò si parla anche nelle pagine relative alle minchiate e all'antico Hofämterspiel.



    II  parte
    Svizzera · Francia
    III  parte
    Germania & Austria · Ungheria


    ulteriori riferimenti al tarocco si possono trovare nel sito The Hermitage di Tom Tadfor Little




    pagina I
    tarocchi
    classici
    pagina III
    l'ordinamento
    dei trionfi
    pagina IV
    moderni &
    di fantasia
    pagina V
    i tarocchi
    dei Visconti
    pagina VI
    Minchiate
    fiorentine
    pagina VII
    il Tarocchino
    di Mitelli
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    il Tarocco
    di Mantegna
    pagina IX
    il
    Hofämsterspiel

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