D'un
dilettante della partita a tarocchi ad un
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La partita a tarocchi è certamente uno studioso giuoco, e dilettevole.
Infatti uomini colti, ed applicati, nelle poche ore di sollievo non
isdegnarono di farsene della medesima un onesto trattenimento. Ma siccome
a capo d'ogni mano fa di mestieri rilevare il valore del giuoco fatto,
così non senza noia e perdita di tempo conviene fare un lungo conteggio,
che qualche cognizione richiede dell'aritmetica.
La moltiplicazione di qualsivoglia numero pari per cinque si può fare a maggior facilità dividendo il moltiplicando per due, ed aggiungendo parimenti uno zero a destra del quoziente. Un esempio metterà in chiaro l'esposto: sia da moltiplicare il 46 per 5. diviso il 46 per 2 dà per quoziente il 23. cui si aggiunge uno zero a destra, e fa 230, che è il prodotto della proposta moltiplicazione. Che se il numero da moltiplicarsi per 5 fosse dispari; converrebbe allora levare un punto dal moltiplicando, e diviso il residuo per 2 aggiungere al quoziente un 5 a destra in luogo dello zero. Qui pure un esempio convincerà della verità dell'esposto: sia da moltiplicare il 39 per 5: essendo il 39 un numero dispari si leva un punto, e resta 38, che diviso per 2 dà per quoziente il 19, al quale in luogo dello zero a destra, come s'è detto pe' numeri pari, si aggiunga un un 5; dunque il prodotto della moltiplicazione di 39 per 5 è di 195 punti. Veniamo al proposto metodo di brevità. E' noto a chiunque per quanto sia poco conoscitore del giuoco de' tarocchi, che le carte, che segnano (giusta le regole del detto giuoco) valgono per ciascheduna cinque punti meno una. Tale regola vale tanto nelle sequenze, come nella Grande, nelli assi, e ne' mori; per cui dovendo assegnare il valore per modo d'esempio al re, regina, cavallo, fante, ed asso a spade si dice così: le carte, che segnano, sono cinque, una si leva, e restano quattro, che valendo cinque punti per ciascheduna fanno il valore di venti punti. Così si faccia dovendo segnare li trionfi, li assi, e li mori. Ciò premesso altro non devesi fare per rilevare il preciso valore di un giuoco, che unire assieme il numero delle carte, che segnano, e che quindi entrano in conteggio, ed aggiungervi in fine uno zero a destra; e così in brevissimo tempo si rileverà il valore di qualsivoglia giuoco. Per conteggiare la Grande fa di mestieri, che li trionfi siano segnati in modo, che disposti in ordine presentino una progressione dei numeri naturali, sicché l'Angelo sia l'uno, il Mondo il due, il Sole il tre, la Luna il quattro, e così di seguito, finché si giunga all'Amore, che sarà segnato col numero sedici. Ciò posto si rileverà in un momento il valore della Grande, osservando il numero dell'ultima carta, che ferma la Grande e da tal numero sottraendo le altre carte, che con essa concorrono a fermare la detta Grande.
Due esempi basteranno a mettere in chiaro tale metodo di massima brevità.
Sia in tavola il Mondo, la Luna, la Forza, ed il Matto: l'ultimo trionfo,
che ferma la Grande, è la Forza segnata 12, da cui si levano gli
altri trionfi, che concorrono a fermare la Grande, li quali sono tre: Mondo,
Luna, e Matto; dunque levando tre punti da 12 resta 9, ed appunto 9 è
il valore della Grande, che nel proposto caso si ricerca, ossia 90; ma
lo zero non si ha da aggiungere, che terminata la somma delle carte, che
entrano in conteggio.
Prima però di cominciare il conteggio fa duopo contare il criccone, se avvi luogo, e dividerlo per cinque; per esempio se il criccone sarà 80, diviso per 5 dà 16, e ciò si fa per maggior facilità duplicando il primo numero; e se il secondo fosse cinque, o più di cinque aggiungendo un punto al numero duplicato: che se tre fossero li numeri da dividere per 5, si duplicano li primi due, e pel terzo si fa come pel secondo nel caso di soli due numeri; in conclusione il modo della divisione per 5 è inverso di quello, che si è detto per la moltiplicazione d'un numero per 5. Circa il criccone ciò basti per ora: in ultimo porrò alcuni modi di facilità per rilevare con prestezza il valore del criccone medesimo a norma delle carte, che trovansi in tavola, e metterò pure per tuo esercizio un quadro di molte combinazioni del detto criccone unitamente al di lui valore. Diviso adunque il criccone per 5, al numero che da tale divisione risulta, si aggiunge il numero delli assi, e de' mori, indi quello di ciascheduna sequenza che segna, non che quello della Grande. Si avverta però, che se dal criccone diviso per 5 fossero rimasti alcuni punti, questi si devono duplicare, e terminata la somma delle carte, che entrano in conteggio, si deve aggiungere quel numero duplicato in luogo dello zero a destra. Che se niun punto è restato dalla divisione del criccone, in tal caso non si ha da aggiungere che uno zero a destra di quel numero che risulta dalla somma delle carte che segnano, e che quindi entrar devono in conteggio.
A leggere questo dettaglio sembrerà forse che si richiegga molto
tempo per rilevare il valore d'un giuoco, e che per lasciare la vecchia
strada s'abbia a trovarsi più imbrigliati. Io posso assicurarti,
che no: e qualora tu abbia la pazienza di addestrarti, e renderti tale
metodo famigliare, ti convincerai della verità della mia asserzione.
Esempio 1. Siavi in tavola il Mondo, la Luna, il Traditore, il Bagattino, un Moro, il Re, e l'Asso di denari, il Cavallo e Fante a spade, e più tre cartaccie. Si conta il criccone in un momento, e si vede, che è di 70 punti, che diviso per 5 dà per quoto il 14, (e di fatti il 14 risulta dal primo numero duplicato), si dice dunque 14, tre de' mori fanno 17, e tre d'asso 20 e tre a spade 23, e dieci delle due sequenze di coppe, e bastoni fanno 33, e sei della grande 39, (perché il Traditore è segnato col numero 9, da cui si levano le altre tre carte del Mondo, Luna, e Bagattino, sicché resta sei). Dunque aggiungendo al 39 uno zero a destra è chiaro, che il giuoco è 390 non compreso il valore delle carte, che restano da contarsi, e li sei punti dell'ultima presa, se si è fatta.
Esempio 2. Siavi in tavola il Re e Cavallo di coppe, la Regina e Cavallo
di bastoni, il Fante a denari, il Diavolo, la Morte, tre Mori, e più
dodici cartaccie.
Esempio 3. Siavi in tavola il Mondo, il Sole, la Stella, il Bagattino,
il Re, il Fante ed Asso a denari, la Regina, Cavallo e Fante a spade, il
Fante a coppe, il Cavallo ed Asso a bastoni.
Esempio 4. Siavi in tavola il Re, Regina, Fante a bastoni, e sianvi pei vincitori 60 punti segnati. In questo caso essendo poche carte in tavola si conta assai più presto per sottrazione. In fine spiegherò il modo da tenersi in tali casi, e ne darò alcuni esempi pratici. Ora di passaggio ne farò il rilievo per sottrazione. Il valore del criccone delle tre carte in tavola è di 43 punti; si dice dunque 8, e 6 della sequenza a bastoni fanno 14 e 6 che sottraendoli da 84 e 6 resta 70 in punto; si aggiungano li 6 punti dei 60 segnati, sicché il giuoco è di 760 non compreso il valore delle carte: si vede però ad evidenza, che il giuoco è un 800. Facciamo ora il conteggio nel modo solito. Il criccone si conta in questo, ed analoghi casi più presto per sottrazione, come abbasso dimostrerò. Tutto il criccone è di 148 punti: il Re, Regina e Fante valgono 43 punti, li quali sottratti da 148 danno di residuo 105, che diviso per 5 dà 21. Criccone 21, e 10 d'Asso 31, e 18 delle altre sequenze (a 6 punti per ciascheduna) 49, e 21 della Grande 70, e 6 dei segnati 76; sicché il giuoco torna come sopra, scorgendosi chiaramente essere un 800, perché aggiungendo uno zero al 76 fa 760.
Lusingandomi, che li proposti esempi bastino per la piena intelligenza
di questo metodo, passo a parlare brevemente intorno ai modi di facilità
per rilevare al più presto il valore del criccone. E' noto, che
il criccone intero è del valore di 148 punti, quindi se in tavola
vi sarà la metà del criccone cioè un tarocco, un Re,
una Regina, un Cavallo, un Fante, è chiaro senza contare, che la
detta metà è di 74
Or eccoti la tavola,
che rappresenta molte combinazioni del criccone, ed indica il modo di rilevarne
il valore: essa ha per oggetto di far sì, che tu possa impossessarti
della maniera più breve per rilevare in pressoché tutte le
combinazioni il preciso valore del criccone medesimo, non già che
tu abbia ad imparare a memoria il valore, che a ciascheduna combinazione
corrisponde, lo che sarebbe dell'ultima difficoltà.
Carte di criccone in tavola Un tarocco, un Re,
una Regina, un Cavallo, un Fante fanno mezzo criccone, che vale 74 punti:
divisi per cinque danno 14, ed 8; perché di deve dupplicare il residuo.
Di quattro carte per addizione Un tarocco, un Re,
una Regina, un Cavallo fanno mezzo criccone, più un fante;
D'una carta per sottrazione dall'intero criccone Un tarocco per sottrazione
dall'intero criccone dà per residuo 130 punti,
Di due carte per sottrazione da tutto il criccone Due tarocchi fanno
112 punti che ridotti sono................22,4
Di tre carte per sottrazione da tutto il criccone Un tarocco, un Re,
una Regina fanno 99, ridotti sono.....19,8
Di tre carte per sottrazione da tutto il criccone Due tarocchi, un Re
fanno 95, ridotti sono.......19,-
Di quattro carte per sottrazione dall'intero valore di tutto il criccone Due tarocchi, due Re
78, ridotti sono................................15,6
Si avverta, che in qualunque combinazione si trovino in tavola o due tarocchi, o due Re ecc. ancorché ve ne fossero tre, o quattro di detta qualità, ciò punto non altera il preciso valore del criccone, perché essendovene due di una specie le altre non contano niente affatto pel criccone medesimo, come è per sé manifesto. Passo per ultimo a spiegare il valore di tutto il mazzo nel caso di un muffo, o cappotto che dir si voglia, per fare indi rilevare un abuso da erronea consuetudine stabilito circa il valore del medesimo: quale consuetudine non è per una parte poggiata alla ragione, e non è per l'altra consentanea colla perfezione di tal giuoco. Conteggio di tutto il mazzo Criccone 148, ridotto...................29,6
Sarebbe pertanto del tuo impegno, caro amico, e di quello de' bravi dilettanti di tal giuoco, il purgarlo da tale difetto, introducendo per preventiva convenzione il diritto per chi dà il cappotto di duplicare il valore delle carte, e quello dell'ultima presa, sicché abbia il detto cappotto a far sempre mille in punto senza il soccorso delli ottanta punti segnati.
Non mi resta infine a spiegarti, che un corollario del metodo finora analizzato,
cioè un modo di conteggiare per sottrazione li giuochi grandi, in
cui poche carte sono in tavola.
Alcuni esempi metteranno meglio in chiaro l'esposto. Siavi in tavola il Re, e Cavallo di Bastoni, ed il Matto. Il valore di queste tre carte rapporto al criccone è di 48 punti, che ridotti fanno 9,6, la sequenza a bastoni 6, che fanno 15,6, il Matto conta uno per ogni sequenza, e vale in tal caso 6, cioè uno della Grande, uno nell'Asso, uno nei mori, uno nella sequenza a denari, uno in quella di coppe, ed uno in quella di spade; dunque 21,6 che levato dal numero 84,6 dà per residuo 63, cui si aggiunge uno zero a destra, ed il giuoco è 630 non compreso il valore delle carte, che sono da contarsi. Esempio 2. Siavi in tavola il Matto, un moro, e l'Asso di coppe. Il Matto vale 18 nel criccone, che ridotto dà 3 e 6, due delli assi per ragione del Matto, che fanno 5, e 6, due del moro per ragion pure del Matto, che fanno 7, e 6, due delle sequenze a coppe, che fanno 9, e 6, tre delle altre sequenze, un punto per ciascheduna, che fanno 12, e 6, due della Grande pel Matto, e moro che fanno 14, e 6, che levati da 84, e 6 dà per residuo 70 in punto. Dunque il giuoco è 700 non compreso il valore delle carte, che sono da contarsi. Esempio 3. Siavi in tavola il Re a coppe, la Regina a spade, ed il Cavallo a denari. Il valore nel criccone di queste tre carte è di 44 punti, dunque 8, ed 8, sei della sequenza a coppe, che fanno 14, ed 8, due della Regina, e Cavallo, che fanno 16, ed 8, li quali sottratti da 84,6 danno di residuo 67, ed 8. Dunque il giuoco è 678 non compreso, come negli altri casi, il valore delle carte che restano da contarsi. Mi lusingo d'aver detto, quanto esser possa bastante, perché tu possa bene impossessarti del proposto metodo, che nella precisione, e brevità riconosce il piccolo suo pregio, allontanando la noia d'un lungo conteggio, e risparmiando così quel poco di tempo, che l'uomo saggio, ed occupato dedica a proprio sollievo, e ad innocente, e studioso trattenimento. Accetta, Amico caro, se non il poco merito della cosa, almeno la piccola fatica fatta per compiacerti, e per attestarti, che con sincero attaccamento sarò sempre
Il tuo Affezionatissimo
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